mercoledì 27 marzo 2013

TANTO TANTRA l'esordio narrativo di un autore di bestseller: Mauro Sandrini

Per scaricare l'anteprima clicca qui


Voglio parlarvi di Tanto Tantra, il romanzo d’esordio di Mauro Sandrini. Che poi lui non è un esordiente, visto che il suo primo libro, L’elogio degli eBook, è stato un bestseller.  È però la prima volta che l’autore si cimenta con la narrativa e, devo dire, l’esperimento è perfettamente riuscito.

Ho incontrato questa storia a fine dicembre del 2012. Mi è stato chiesto di curarne l’editing. Dopo aver letto l’incipit ho accettato. L’incipit è un pugno nello stomaco. Graffia, morde, toglie il fiato. Si racconta uno stupro nelle prime righe ma, e questa è la sorpresa, non dal punto di vista dello stupratore. Dal punto di vista della donna. Mi ha colpito la capacità di Sandrini di “penetrare” un vissuto che appartiene prettamente alla sfera femminile come solo una donna avrebbe potuto fare. Con una crudezza, un linguaggio esplicito e una sensibilità tali da fartelo sentire, provare, quel senso di disgusto, come se lo stessi vivendo. Ma l’autore è un uomo.

La storia si sviluppa nell’arco temporale di poco più di un mese. Il paesaggio è quello romagnolo, e si sente tutto nella cifra narrativa. C’è la passione e il disinganno, c’è la semplicità della quotidianità e del duro lavoro e la dolcezza delle cose della terra, del passato, delle origini. Il gusto della vita. Vi chiederete: cosa c’entra il Tantra? Il Tantra richiama la sessualità dei monaci tibetani, quel mito inavvicinabile e misterioso di cui tanto si parla ma che nessuno sa cos’è. L’eldorado dei sensi, pensano in molti. C’è il sesso in questo libro, ma non solo. Il sesso è in realtà uno strumento, il mezzo per raggiungere la dannazione o la salvezza, la chimera inseguita dal protagonista che lo condurrà, però, per strade diverse, lungo un percorso di cambiamento profondo e di accettazione.

Nelle mie recensioni non racconto mai il romanzo. Il gusto lo lascio al lettore. La mia passione è il linguaggio, la capacità di raccontare. C’è un ritmo serrato nel racconto che ogni tanto si spezza. È quando si apre alla poesia. Ci sono alcuni brani, come la narrazione sul caffè o quella sull’Osteria del Gallo, pieni di lirismo. Ci raccontano di luoghi, e volti, e sapori e sensazioni pregni e familiari, in cui la vita si snocciola senza inganni, senza paraurti, dove il viaggio della conoscenza è un percorso difficile ma che va affrontato a un certo punto e la consolazione può essere nei movimenti sapienti delle mani di una donna che tira la sfoglia o nello scoprire che il caffè amaro ha una sua dolcezza di fondo.

Ecco. In questo romanzo i protagonisti bevono l’amaro calice fino in fondo, come il Cristo, ma sopravvivono, loro.  Non c’è resurrezione né rinascita, c’è solo la capacità ritrovata di incontrarsi e accettarsi, e accogliersi per andare avanti.

E tutto questo è raccontato senza enfasi né strombazzamenti di paroloni e didascalie. C’è l’uso sapiente dei colpi di scena. Ci sono i momenti in cui si ride, perché la situazione, la vita, a volte fanno ridere. Ci sono il dolore e la disperazione. C’è la profondità della riflessione. E poi c’è la speranza, il sorriso del futuro. Perché il bello viene poi, quando il viaggio finisce, e ne comincia un altro.

Titolo: Tanto Tantra
Autore: Mauro Sandrini
In uscita il 1 Maggio 2013
Per leggere l'anteprima cliccare qui

sabato 23 marzo 2013

INCOMPIUTO un noir di Marco Reale



Era davvero tanto che non leggevo un giallo. Meglio, un noir. Temevo quasi di aver perso l’abitudine al linguaggio e al ritmo di un genere così particolare. Invece no. Si può, per fortuna, perdere l’abitudine a leggere libri non belli, ma questo esordio narrativo di Marco Reale, Incompiuto (Ed. L’Erudita) è davvero un esordio felice.

È veloce. Nel senso che ti prende da subito, sin dalle prime righe, con un incipit avvincente che “fotografa” il colpevole, il cattivo, ma che ti trascina fino alla fine senza mai svelarlo. Non è facile… Io in genere, quando leggo un giallo, a metà racconto mi sono già fatta un idea. Qui no. Ve l’assicuro. Il colpo di scena nel finale è davvero sorprendente. E anche l’intreccio di storie, il fil rouge che lega i personaggi gli uni agli altri, è talmente ben congegnato che non lo si perde mai.

La storia si svolge tra Roma e la Toscana, e già questo arricchisce il racconto di sfondi suggestivi, pregni di storia e arte, i luoghi ideali per lo sviluppo di eventi che hanno come protagonista la ricerca di un reperto archeologico legato a un artista del calibro di Michelangelo, l’Incompiuto appunto. A condurre le indagini due detective del tutto casuali, Max e Silvia, ragazzi di oggi con le loro problematiche, le loro insicurezze, la loro voglia di evolvere se stessi prima di ogni altra cosa e che si trovano in questo intricato giallo internazionale più per spirito di avventura che per altro. Almeno all’inizio. Perché l’avventura poi si fa seria e pericolosa, e in gioco ci sono, oltre alle loro vite, il bisogno di sentire che un futuro possibile c’è, altre prospettive, altre scelte. È così che si cambia. E si cresce.

I personaggi sono tratteggiati con cura senza che la descrizione diventi pesante. Marco Reale ci racconta i dettagli per far emergere il carattere di ognuno dei protagonisti, e ci riesce benissimo. Si intuisce che l’autore è avvezzo alla scrittura cinematografica. Lui ci fa sfogliare un album di istantanee di scena e intanto ci racconta gli avvenimenti con lo stesso ritmo di un film. Capitoli brevi, cambio di scena veloce, piani sequenza. Si legge tutto d’un fiato e non ci si stanca, perché i dettagli, man mano che vengono svelati, come i tasselli di un puzzle vanno al loro posto creando una trama avvincente.

Se avete voglia di diventare anche voi detective per un giorno; se siete stanchi di leggere Faletti o Dan Brown; se sognate di vivere un’avventura che vi sconvolga la vita. Beh, ci sono 200 pagine mozzafiato che vi attendono, quelle dell’Incompiuto, di Marco Reale.

Titolo: Incompiuto
Autore: Marco Reale
Editore: L'Erudita
Collana: L'Innocente
Uscita: Novembre 2012
Prezzo: 16 euro
ISBN: 978-88-6770-009-7

mercoledì 6 marzo 2013

"Odore di bimbo - La storia di Chiara" di Giovanna Albi








Al principio è come se qualcuno avesse preso tutte le tessere del Ruzzle e le avesse gettate alla rinfusa sul tavolo dicendo: “Vediamo che sai fare!” Le lettere, le parole, sono lì, assieme a tutti i personaggi che si presentano, si accavallano, e il lettore resta sbigottito a domandarsi: “Perché non si calmano un po’ tutti? Cos è tutto questo rumore?” Unica presenza rassicurante è Chiara che, come Virgilio con Dante, ci guida in un percorso apparentemente a ostacoli, impervio, che via via si dipana e si rischiara nella narrazione.

Forse però l’errore è tutto qui. Scambiare  “Odore di bimbo – La storia di Chiara” per la narrazione di un romanzo. Non lo è. Lo definirei piuttosto un “Diario filosofico” che, attraverso la ricerca di risposte a domande esistenziali, ci trascina in un percorso formativo che è in continuo divenire.

Non è un libro facile da leggere. Mi ha ricordato Musil e il suo Giovane Torless. Chiara, la protagonista, si racconta e ci racconta la sua crescita come persona e come donna, il suo profondo bisogno di capire e di com-prendersi, il suo rapporto con la vita, con gli uomini, con la depressione, in un’analisi che, pur rifuggendo più volte il sostegno psicologico che destruttura l’IO lasciando il vuoto e la solitudine della ricostruzione senza più le fondamenta, in realtà ne è totalmente permeata. Che poi è ciò che avviene quando ci si addentra negli approfondimenti filosofici, che molto hanno di onirico, sfumati, leggeri, a volte insondabili e forse per questo così affascinanti.

Il libro è strutturato in racconti. Pare non ci sia una sequenzialità, possono essere letti anche singolarmente. Ma c’è un filo conduttore, che è Chiara. E il suo mistero. Il suo rapporto col “bambino che profuma di borotalco”, Federico, suo marito, e la ricerca negli altri uomini di un odore simile, perché l’uomo bambino è lo stupore della vita e l’amore incondizionato, e ogni donna/madre lo ricerca e lo ammira. Ci racconta dell’uomo Narciso, l’uomo Don Abbondio, l’uomo Achille, l’uomo Ettore, un corollario maschile, a volte ironico e a volte amaro, sempre comunque capaci di lasciare una traccia di sé, dalla quale trarre insegnamento per scegliere poi, ogni volta, l’uomo bambino con il suo odore di buono.

E poi le donne. La madre, la nonna, la zia, la sorella Carlotta, l’amica Anna e Francesca, questa donna misteriosa incontrata in passato e che Chiara sente il bisogno di ritrovare, per scoprire, forse, il bandolo di una matassa intricata, che è la sua vita.

Particolare è l’utilizzo dei tempi verbali, spiazzante direi. Il passaggio dal passato al presente è spesso repentino, contenuto in uno stesso periodo. Come se Chiara si stesse raccontando lì, davanti ai nostri occhi, seduta comodamente in una poltrona e sorseggiando un caffè. Il tempo verbale segue lo scorrere delle immagini, così come si presentano alla mente, dove ieri, oggi e domani sono racchiusi nel medesimo istante, confusi in un’unica bolla spazio/temporale. 
Sed


Autore: Giovanna Albi
Editore: Robin Edizioni
Pubblicato: 2012
ISBN 978-88-7371-993-9
€ 14,00