martedì 22 gennaio 2013

Volfango dipinto di blu, quando un libro è bello da gustare

Immagine presa da qui




Volfango dipinto di blu. Blu come il cielo di Sardegna riflesso nel mare, blu come il cielo bolognese la sera, vicino San Luca. È il secondo romanzo di Calderoni (Miraggi Edizioni) che leggo in poco tempo e mi pare di aver fatto amicizia con lui. Con la persona oltre che con l'autore. Ho ritrovato in questa seconda opera lo stile unico della narrazione graduale già riscontrata in Lasciamisenzafiato, ma con qualcosa in più. Calderoni anche qui ci presenta i suoi personaggi uno ad uno, spaccati di vita e di emozioni che pare non abbiano nulla in comune, almeno al principio. Pian piano le vicende si dipanano e si intrecciano, esplorano sentieri che d'un tratto andranno ad intersecarsi perché il destino deve giungere al suo compimento, anzi, i destini. Lo stile però, lo spessore narrativo di Calderoni, acquistano in Volfango dipinto di blu un ritmo nuovo, incalzante, sorprendente. L'intreccio narrativo è affascinante, cattura mescolando l'introspezione intimistica, la ricerca di una rinascita nel superamento del dolore, al giallo, all'indagine per la risoluzione di un dolore se possibile ancora più intimo e nascosto. 

E Calderoni lo fa utilizzando un linguaggio nuovo. Le frasi brevi, puntate, spezzate, rendono il racconto incisivo, con un’impronta quasi giornalistica. La ricerca fonetica dei vocaboli è evocativa dei suoni, dei colori, degli odori. La descrizione dei luoghi è precisa e puntuale ma non dettagliata come nel primo romanzo,  quindi lascia spazio all'immaginazione del lettore. E nonostante tutto i paesaggi risultano nitidi, come fotografie appena scattate. Bologna, col suo cuore medievale, i suoi muri intrisi di arte e di cultura, appare esattamente come è, accogliente, umanizzata, densa. Cagliari, dove l'autore non e' mai stato e che invece io conosco bene, viene restituita col suo respiro aperto, coi suoi colori vividi, coi suoi orizzonti da esplorare. 

L'analisi dei personaggi è pennellata. Li ritroviamo nelle loro fragilità, manifeste o inespresse, nel loro bisogno d'amore, nella loro ricerca di un'altra opportunità, e in loro ci specchiamo trovando qualcosa di noi stessi. Antonio, Piergiorgio, Giovanna, Piero, Hanna, uniti dal comune denominatore Volfango, una figura evocata e astratta per quasi tutto il romanzo. Quasi tutto. Il finale sorprende, come in ogni giallo che si rispetti, anche se gli indizi cominciano a comparire verso la metà, quando anche le vite dei protagonisti cominciano ad avere delle variazioni sul tema. I comprimari di questo film in prosa non sono meno importanti degli attori principali. Corrado, Valentina, Fedro, sono la trama da seguire per trovare il bandolo della matassa emotiva che inevitabilmente deve trovare la sua soluzione, nel bene o nel male. In questo romanzo c'e tutto. Il dramma, il mistero, l'amore, il dolore e la rinascita. Volfango è sempre presente ma, in fondo, non è lui il protagonista. Lui è solo il pretesto per la narrazione, per scavare dentro le anime e trovare la pacificazione, magari nell’amore, magari nella speranza. Un libro da leggere d’un fiato, se possibile, perché quando si arriva a metà non si può che andare avanti, fino alla fine.
Sed

 










Titolo: Volfango dipinto di blu
Autore: Elvio Calderoni
Editore: Miraggi Edizioni - Collana Golem
Pubblicazione: Maggio 2012
ISBN: 978-88-96910-20-7
Prezzo: € 13,90