sabato 15 dicembre 2012

Musica per Orsi e teiere, note per l'anima

Immagine presa da qui

Leggendolo si ha la sensazione di salire su una giostra. Non sulle montagne russe, ma su quel barcone dei pirati, avete presente, quello che prima ondeggia, a destra, a sinistra, poi ritorna e, presa la giusta spinta fa un bel giro completo, e ci si ritrova al punto di partenza, a ondeggiare di nuovo. E questo è un male, significa inconcludenza? No, al contrario, il bello sta tutto lì. E' il modo di narrare la vita. Noi che tendiamo sempre ad organizzarla, a vederla come un susseguirsi di momenti scanditi e conseguenti, non ci rendiamo conto che in realtà è tutto un andare e tornare e poi, con una evoluzione temporale, ricominciare tutto daccapo. 

Luca Ragagnin ce la racconta così la vita dei suoi protagonisti, e scriverne, lasciandoti questa sensazione di leggera sbornia, o di capogiro da mal di mare, non è esercizio semplice. Lui ci riesce, con ironia, garbo e il necessario distacco per osservare la vita così com'è, non come la immaginiamo credendo pure di averla vissuta e che tutto abbia avuto un senso.
Ed è paradossale come lui riesca a rendere pieni e ricchi di vita i suoi racconti pur avendo come elemento in comune, leit motiv, trait d'union, la morte. O forse proprio per questo, perché la morte occhieggia, si nasconde, appare, svolazza qui e là, che la vita si esalta, coi suoi colori e i suoi suoni, i rumori, i sogni, i desideri e il rimpianto. O il ricordo.

Eppure i suoi personaggi sono soli. Emergono lì, sul palcoscenico delle pagine a loro dedicate in tutta la loro solitudine, da protagonisti assoluti, a tu per tu con se stessi e il loro destino che li spia e di cui percepiscono la presenza, come un mantra sussurrato, come una nenia che dopo un po' viene assorbita dai rumori del mondo, della vita. C'è una frase che mi ha profondamente colpita in tal senso, nel racconto di Orso:
(cit.) "Fu solo a quel punto che Orso chiuse gli occhi per assorbire, di quell'unica luce, dietro la protezione delle palpebre, direttamente il midollo dei sogni, mentre tutto intorno le voci ricominciavano."

A volte la morte è solo metaforica. Non si muore forse un po' anche quando si cambia? Muore ciò che eravamo, ciò che siamo stati fino a un attimo prima, e nasce qualcosa di nuovo, di diverso, o forse è solo il nostro futuro che si compie. Igor, ossessionato dalla musica punk e dall'idea del suicidio per tutta l'adolescenza, muore e rinasce in un giorno, perdendo di sè anche il ricordo. Questa è la morte metaforica, il cambiamento radicale, il suicidio consapevole di un'età, la giovinezza, per la rinascita consapevole in un'altra età, quella adulta. E il prezzo da pagare è la perdita della memoria, forse del sogno, ma tanto, se non si ricorda, non si può rimpiangere.

C'è poi l'attesa della fine, quella della vecchiaia, alla quale in realtà non ci si arrende per quanto se ne percepisca l'ineluttabilità. E il tempo trascorso diventa l'inanellarsi intrecciato di consuetudini, scelte fatte, giuste o sbagliate, bivi, incroci. La vita vista come l'intersecazione di tre note. La prima, quando si è ancora soli, sbuca dal silenzio, è vergine. La seconda, quando ci si incontra, si unisce e crea l'armonia. La terza è quella dissonante, che genera scompiglio, la nota figlio che, nel caso di Lark e Muriel è il gatto Sigfrido Zaccaria. E tutto questo è l'amore, la vita di coppia. C'è tanto amore nel terzo racconto, e il rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere con l'accettazione alla fine di ciò che si è avuto.

Un commento a parte merita l'argomento musica. Tutto il libro ne è permeato, come se esso stesso fosse una cassa armonica, un amplificatore che, attraverso le note, i suoni, crea quel giusto contrappunto che sottolinea il percorso della vita.
Il Jazz, il punk, i suoni distinti nel silenzio di una casa, una colonna sonora unica, un soffio leggero, come una brezza, che riporta in sè l'eco del tempo che scorre.

Una scrittura felice quella di Luca Ragagnin, profondamente incisiva, che scava senza ferire però, lasciando in bocca un sapore lieve e armonioso, come un volo a planare nella consapevolezza.

Sed











Titolo: Musica per Orsi e Teiere
Autore: Luca Ragagnin
Editore: Miraggi Edizioni
Pubblicato: Novembre 2012
ISBN: 978-88-96910-30-6 
Prezzo: € 12,00

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