domenica 2 dicembre 2012

30 novembre 2012. A Roma è di scena il "selfpublishing" # 2

Cetta De Luca e Roberto Tartaglia





Il 30 novembre si è svolta la serata conclusiva del doppio evento "Gli scrittori sperduti nell'isola che non c'è. Come orientarsi nel mondo dell'editoria e del selpublishing". Gli argomenti trattati erano, forse, quelli che in questo momento più interessano gli scrittori indipendenti, Indie, che si autopubblicano, i slefpublisher insomma. Si è parlato di promozione, ma, nello specifico, la domanda pressante è stata: "Come arriviamo al lettore? Come possiamo farci riconoscere come scrittori?".

Il primo punto trattato è stato proprio quello che riguarda la CREDIBILITA'. Una casa editrice difficilmente punta sullo scrittore esordiente, a meno che non sia presentato, magari trovato proprio sugli scaffali delle librerie digitali, insomma, ci vuole fortuna. E allora che fare? Perché mai un lettore dovrebbe acquistare il libro di uno sconosciuto, quali garanzie ha di non ritrovarsi tra le mani solo una bella copertina (quando è bella) e un contenuto privo di sostanza? Perché le case editrici lo hanno rifiutato? In realtà il lettore non sa quali percorsi il selfpublisher ha fatto per giungere alla conclusione di autopubblicarsi. Magari ha rescisso un contratto limitante, magari era in cerca di maggiore libertà, magari non ce la faceva ad attendere anni per un responso. Ma tutto questo il lettore non lo sa. Perché non conosce lo scrittore, non sa chi sia, quale è la sua cifra. Roberto Tartaglia ha cominciato a parlarci di Personal Reputation.

La promozione di un libro, la grande distribuzione online, l'autopromozione.
La credibilità di uno scrittore si costruisce partendo dalla sua capacità di essere se stesso. Tutto deve partire da un blog, un sito, il luogo in cui egli si racconta, con verità, perché solo così sarà in grado di difendere sempre ciò che scrive. Chi recita un ruolo viene smascherato subito. In quel luogo virtuale lo scrittore parla dei suoi libri, solo lì. E invita i lettori ad andarlo a trovare. Con un link accattivante.
Ci sono poi le piattaforme di distribuzione. Amazon e Apple non sono in discussione vista la diffusione mondiale che hanno. Ma sono dei megastore, come andare al supermercato e trovare libri tra l'ortofrutta e i surgelati. Troppo dispersivo come sistema. E infatti le promozioni in questi store online lasciano il tempo che trovano. Gratuità, noleggio, prestito, sono tutti strumenti che fanno oscillare le classifiche di visibilità (non parliamo di quelle di vendita) nello spazio di pochi minuti, per cui la loro validità è quantomeno discutibile. Ma bisogna esserci. Le piattaforme più di settore, quelle specializzate in libri, sono decisamente più valide. Quindi bene Narcissus, Youcanprint, Ilmiolibro, anche se distribuiscono veramente tanto e non è facile uscire alla ribalta ma offrono un ottimo servizio editoriale, o novità più di nicchia come Bookolico che, a differenza degli altri, sono a canale unico e si definiscono "librai", quindi in grado di offrire una vetrina più consona agli scrittori, come nelle migliori librerie indipendenti.
L'autopromozione deve essere un mix di tutto questo. Ci si pubblica sulla piattaforma di preferenza, si scelgono le parole chiave per essere identificati nella nostra nicchia di mercato (questo è fondamentale) e si comunica tutto questo sul nostro sito. Da qui si parte per viaggiare nei social network, perché i lettori sono lì, e non solo loro.


 
                                                                                                             

I social, le nuove realtà virtuali, incontrare i lettori. Le newsletter e i newsradar.
I lettori si incontrano sui social, e questa è una realtà. Su twitter si incontrano gli intellettuali, i grandi lettori, i giornalisti, i blogger, le case editrici. Su facebook si incontra la gente, quella che i libri li compra, nelle librerie e negli store online. In genere si comincia con la propria ristretta cerchia di amici e si comunica a tutti la novità del blog e del libro pubblicato. Poi si cercano i gruppi e le pagine (su Facebook) o le #storie, gli hashtag di interesse su twitter. E lì si parla. E i linguaggi sono, devono essere diversi, perché il pubblico è diverso, lo spazio è diverso. Su twitter si impara la sintesi (solo 140 caratteri per essere incisivi senza snaturare il messaggio), su Facebook si impara la dialettica. Ma bisogna sempre ricordare che lo scopo è quello di portare  tutti nella nostra casa, il nostro sito. Lì lo scrittore si esprime, lì lo si può conoscere. Ma ancora non stiamo parlando del libro, di quell'oggetto, di carta o digitale che tanto vorremmo fosse letto.
Se fin'ora si è fatto tutto nel modo giusto, siamo stati identificati, abbiamo creato la nostra personalità, cominciano a seguirci, può capitare che, nel preciso istante in cui si osa comunicare che abbiamo scritto un libro improvvisamente cala un imbarazzato silenzio.
Bisogna entrare nel mondo reale. Che poi reale non è, nel senso che queste realtà nuove sono anch'esse virtuali, ma ci sono le persone che ci interessano di più, quelle che possono affermare che noi siamo scrittori a tutti gli effetti. Abbiamo parlato di Book Blogger e di Social Reading.
Il più innovativo esempio di Social Reading è LibriamoTutti in Second Life. Giovanni Dalla Bona, uno degli ideatori e fondatori, ci ha mostrato un filmato in cui, in un'isola dagli scenari fantastici e cangianti a seconda delle situazioni, è possibile ricreare ambientazioni che, addirittura, fanno vivere al lettore l'esperienza/libro come se ci fosse caduto dentro. Gli ospiti sono avatar e si collegano da ogni località per partecipare ad esperienze di lettura condivisa o a presentazioni di nuove pubblicazioni. La possibilità di dedicare momenti di lettura, consigli di lettura per meglio dire, appositamente dedicati ai selfpublisher c'è. Si devono studiare bene i meccanismi per far sì che non si crei quella situazione di massificazione per cui chiunque vuol essere letto, raccontato, celebrato senza alcun criterio di selezione.
La Book Blogger Simona Scravaglieri (http://letturesconclusionate.blogspot.it/) è una che di libri ne capisce. E ne legge, tanti. E li recensisce. Ecco, questa è la situazione perfetta, quella in cui una grande lettrice, seguita, i cui consigli di lettura sono presi in considerazione, legge il nostro libro autopubblicato e scrive una recensione sul suo blog. No. Non funziona proprio così. Una book blogger è una lettrice, e come gli altri deve riconoscerci come scrittori. L'unica differenza è che il book blogger sa che esistono i selfpublisher e sa che prima o poi ne leggerà un libro. Allora come farglielo avere prima? Si regala, per esempio. E si evita di pressare dopo la prima mezz'ora per sapere come va, se piace, se si sta scrivendo la recensione. Una pressione del genere equivale allo spamming sui social: deleteria e controproducente. C'è assolutamente la possibilità di essere letti e recensiti da un book blogger, non ci sono particolari pregiudizi in tal senso, ma bisogna armarsi di una grande dose di umiltà e di cortesia. L'arroganza è l'unico strumento che non premia, mai.

Facciamo un attimo il riassunto di quanto discusso in uno schema:

Facciamoci conoscere
Credibilità = Verità
Verità = Blog o sito personale
Blog = Luogo in cui abitano i nostri scritti, i nostri libri
Social = luoghi dove incontrare i lettori e gli intellettuali
Piattaforme di distribuzione = Visibilità e mercato di nicchia
Personal Reputation = Il risultato che si ottiene mescolando e utilizzando al meglio gli strumenti suddetti

Facciamo conoscere il nostro libro
Social reading = incontriamo i lettori
Book Blogger = incontriamo gli esperti

Infine, ma non ultimo per importanza, lo strumento più potente per la promozione di un selfpublisher, e non solo, perché qualunque scrittore ne ha bisogno. Il passaparola.
Roberto Tartaglia e Cetta De Luca hanno raccontato la loro personale esperienza con la newsletter e i newsradar. La prima, legata necessariamente al sito dello scrittore, ha lo scopo di fidelizzare i lettori con contenuti speciali a loro dedicati, informazioni, notizie e quant'altro graviti intorno alla attività stessa dell'autore, ai suoi libri. Invitare i lettori a far parte di una community elitaria è il primo importantissimo passo per avere un personale gruppo di PR, fedeli e entusiasti.
Il newsradar è uno strumento piuttosto nuovo ma con un potenziale enorme. I più noti sono Paper.li, una sorta di giornale personale con il quale condividere sui social le notizie di altri portali, siti o blog online suggeriti automaticamente, e Scoop.it, stesso tipo di giornale online che però permette di scegliere cosa condividere e dà la possibilità di inserire i propri editoriali, articoli, link dal proprio blog. Questa condivisione aumenta la visibilità sui social in modo esponenziale, perché la pubblicità reciproca fa sì che la promozione diventi virale.
A conclusione dell'evento è stato pubblicato online su Bookolico il libro Alla ricerca di Capitan Uncino, primo progetto di scrittura condivisa dagli Scrittori sperduti nell'isola che non c'è. I proventi andranno in beneficenza. Vogliamo regalare una biblioteca virtuale a un reparto pediatrico. Perché i libri fanno crescere meglio e, a volte, guariscono.
Sed


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