giovedì 8 novembre 2012

Scrittori Indipendenti: il brodo primordiale della rinascita

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Sempre più spesso ultimamente mi ritrovo a parlare di scrittori indipendenti. Mi piace questo termine, mi dà un senso di libertà, di assenza di costrizione. Sul web fioriscono gruppi, pagine, iniziative, in un brodo primordiale di rinascita che potrebbe generare un mondo nuovo, in cui gli schemi sono spaginati, proprio come un libro prima che sia composto, prima che sia editato. 

Gli scrittori indipendenti sono Pionieri e si autodeterminano, questa è la nuova realtà. Ma non disdegnano l'editoria classica, non c'è una guerra in atto. Dovrebbe esserci un incontro invece. Riflettevo sui ruoli diversi che potrebbero e dovrebbero avere il selfpublishing e le case editrici. Se il primo rappresenta la libertà, l'opportunità per chiunque di veder pubblicata la propria opera (col rischio evidente, ma calcolato, che entrino in circolazione anche autentiche sconcezze), le case editrici dovrebbero fare un passo indietro e occuparsi della qualità. 


Ricominciare a fare scouting, ricominciare a leggere manoscritti, ma tanti, e puntare, scommettere, investire sull'autore, non sul mero oggetto di carta giusto per fare cassetta. I lettori, quelli veri, i libri continueranno a comprarli, finché avranno un centesimo in tasca, finché ameranno l'odore delle parole scritte con passione ed emozione. Diamo al lettore la possibilità di scegliere. E agli scrittori l'opportunità di emergere. C'è un manifesto appena nato, il Movimento degli Scrittori Italiani Indipendenti, che vuol promuovere le azioni di coloro che si autopubblicano, insieme, con forza. Da iniziative come queste nascono eventi come "Gli scrittori sperduti nell'isola che non c'è", un momento di confronto e di condivisione, per imparare e supportarsi, e capire quali sono gli errori da evitare e quali le strade da percorrere.
C'è un fermento nell'aria che non percepivo dagli anni 70. Qualcosa sta cambiando, la cultura sta tornando. Questo io credo, questo io spero.


Sed

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