lunedì 24 ottobre 2011

Oggi mi va di "Poetare" 2 - AFORISMI

Parliamo di "aforismi". Secondo la "libera enciclopedia" Wikipedia cit. "Un aforisma o aforismo (dal greco ἁπφορισμός, definizione) è una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale." http://it.wikipedia.org/wiki/Aforisma
Ora, credo che tutti noi abbiamo la capacità di pensare e, quindi, di "filosofare" (perdonate l'utilizzo improprio...), e più o meno, senza sottolineare quanta sapienza siamo in grado di esprimere, siamo però molto spesso dei bravi "moralisti" nell'accezione negativa del termine. Esprimiamo giudizi, condanniamo e assolviamo con estrema facilità, senza soffermarci, a volte, sul "perché" certi fatti accadono, certi comportamenti vengono assunti, certe parole vengono dette. Forse la differenza fra l'essere moralisti e filosofi è tutta qui, . Chiedersi PERCHE'. 

Qualche aforisma, parto della mia mente "filosofica", ve lo voglio regalare. A voi, pubblico sovrano, l'ardua sentenza!


Smarrimento


Forse perché
siamo piccole cose
riusciamo
così facilmente
a perderci.


Farfalle


A volte ci sentiamo come farfalle.
Splendide, colorate,
svolazziamo intorno,
il nostro destino chiuso
fra le pagine di un libro.


Presunzione


Volando molto in alto
il mondo lo si vede
come un piccolo granello di sabbia.
Ciò non basta
a farci sentire dei giganti
una volta tornati
coi piedi per terra.


Impressioni


E’ così poco a volte
ciò che ci è dato vedere
nel breve attimo in cui
la nostra vita
brilla di luce propria
e non di luce riflessa.


Sed


William Shakespeare


George Brassens

lunedì 17 ottobre 2011

Il perdono. Peccati e tradimenti

Mi sono spesso chiesta cosa significhi realmente "perdonare". L'etimologia della parola "perdono" è evidente. Si tratta di un atto spontaneo con il quale si rinuncia a una rivalsa, una vendetta, nei confronti di chi ci ha arrecato un ingiusto danno o sofferenza.
E' quindi un dono gratuito, un vero atto d'amore. Che dovrebbe gratificarci, a volte farci sentire più forti, sicuramente migliori...
Ho letto diverse opinioni sull'argomento. Si parla di perdono in senso cristiano, in senso assoluto, giuridico, come crescita psicologica, e poi si parla di perdono in amore. In tutti i casi la premessa è che per perdonare ci vuole coraggio.
E poi il perdono deve essere chiesto...
Qualcuno, colui che offende, deve chiedere scusa...
Ma, diciamoci la verità, è sufficiente?
Siamo esseri umani, e per quanto possiamo credere di riuscire a perdonare, sicuramente non riusciremo mai a dimenticare e la sofferenza, prima o poi, tornerà a farci visita.
Parlando di tradimenti, ho letto uno scritto interessante di una psicologa che riassume brevemente lo stato d'animo di chi scopre di essere stato, appunto tradito:

Chi lo scopre attraversa una prima fase di shock con : 
-incredulita'; 
-rabbia e allontanamento dal partner; 
-ricerca ossessiva dei dettagli della relazione extra; 
-bisogno di controllo sul partner fedifrago; 
-sfiducia totale verso se stessi (" sono stato tradito quindi valgo poco...") e verso il partner ( "se mi hai fatto questo sei capace di ogni cosa...").
Poi c'è il momento delle scuse.... 
E' vero, il perdono è un atto volontario, ma la fiducia bisogna meritarsela. E allora non è pensabile credere che, per il semplice fatto di essere amati, si possa essere perdonati dopo un tradimento. Solo l'amore incondizionato, quello fra genitori e figli ad esempio, può generare un perdono incondizionato. Ma l'amore fra un uomo e una donna è di un altro genere. Ci si sceglie e si pongono condizioni, oh se se ne pongono! E' un patto, ed esistono delle regole che non possono essere infrante. Nel momento in cui questo avviene, tutto si rimette in discussione.
"Si perdona finché si ama" dice Francois de La Rochefoucauld. Io penso che, finché si ama, non c'è bisogno di essere perdonati.
Sed




sabato 15 ottobre 2011

In punta di penna: Oggi mi va di "Poetare" (licenza poetica...)

In punta di penna: Oggi mi va di "Poetare" (licenza poetica...): Le poesie scaturiscono da una perfetta alchimia tra l'emozione e le parole. Non sempre si tratta di rime baciate, non sempre la metrica è im...

In punta di penna: Benvenuti!

In punta di penna: Benvenuti!: Una notte di agosto mi è presa come una febbre e sono entrata in uno stato di "esaltazione mistica" che è durato per 21 giorni. Il risultato...

giovedì 13 ottobre 2011

Oggi mi va di "Poetare" (licenza poetica...)

Le poesie scaturiscono da una perfetta alchimia tra l'emozione e le parole. Non sempre si tratta di rime baciate, non sempre la metrica è importante; a volte basta solo cogliere quell'attimo e fotografarlo con il cuore.

Un regalo

Io non regalo oggetti.
Magari un sogno, un’emozione
qualcosa che rimanga nella vita
di valore.
A volte solo un ricordo,
a volte me stessa.


Danza

Danza la vita
nelle mie scarpe strette…
passo dopo passo
è giunta fino a te
e libera ora vola
…scalza.
Sed

Parlare d'amore

Tante parole spesso ripetute perché sentite dire da altri, troppo spesso abusate, a volte ridondanti, senza che il vero significato sia compreso o comprensibile. Quante volte ci siamo riempiti la bocca con frasi del tipo"Sei la mia vita", "Non posso stare senza di te", "Ho bisogno di te" e quante altre volte le abbiamo sentite...Io sono convinta che in fondo non serva molto per descrivere uno stato d'animo. L'amore è un'emozione pura, primaria e io la descrivo così:


"Quello che sento è un dolce battito d'ali, come di farfalle, che solleticano il mio cuore ogni volta che ti vedo....che ti sento....
Sei la mia musica e il mio colore, il mattino e la sera, il sole e la luna....
Sei la virgola che separa le mie frasi senza mai fermarle, il momento di congiunzione perfetto, il respiro delle parole già dette e di quelle da pronunciare....
Vibri dentro di me come mille violini, e mi fai cantare  l'amore, perchè tu sei l'amore...."

martedì 4 ottobre 2011

Nata in una casa di donne, il mio nuovo romanzo

Ero nata in una casa di donne, prima di quattro figlie femmine, ma non ne ebbi la consapevolezza finché non nacque l'ultima, quando ormai avevo diciotto anni. Pure mio padre era un po' femmina, in fondo. Aveva dovuto adeguarsi alle circostanze, per spirito di sopravvivenza, per quieto vivere, o forse perché, in fondo, gli andava bene così. Ma non doveva essere stato facile per lui abituarsi all'eterno cicaleccio che gli ronzava intorno per tutta la giornata, voci di femmine dai toni sempre un po' sfumati verso l'alto, che usavano un gergo a lui sconosciuto, fatto di pause silenziose e improvvisi rovesci di parole, come gli acquazzoni estivi.

...continua....